
Quest’anno per me sarà speciale: per la prima volta entro nel mondo dell’attività agonistica. È un passo importante che affronto con entusiasmo e con la consapevolezza che sarà un percorso ricco di sfide ma che mi sono meritato a pieno titolo sul campo. Non ho la pretesa di avere già tutte le risposte, ma mi sono preparato con attenzione, organizzando idee e programmi che possano aiutarmi a gestire al meglio questa nuova avventura.
Farò questo importante passo in una società nuova la Leo Team di Biassono che mi darà la possibilità di allenare i Giovanissimi U14.
La mia prima riflessione è andata sul ruolo mio ruolo da allenatore, ho pensato molto come rapportarmi con un universo totalmente diverso dall’attività di base, ma alla fine sono arrivato a una sola conclusione, sono arrivato fino a qui perché sono me stesso con le mie idee e professionalità, perché cambiare? In più in agonistica posso dare sfogo alla mia competitività e ambizione dando l’opportunità ai miei ragazzi di usarmi come strumento per crescere. So che non basta costruire allenamenti: serve essere preparati, aggiornarsi e soprattutto saper comunicare. La comunicazione non è solo dare indicazioni in campo, ma anche ascoltare, capire e scegliere le parole giuste. Voglio che i ragazzi percepiscono semplicità e chiarezza, senza troppi giri di parole, e che lo staff senta di avere un ruolo attivo, con compiti precisi. Fin dall’inizio ho deciso di non voler essere un allenatore che fa tutto da solo, ma uno che coinvolge e responsabilizza chi lavora con lui.

Un aspetto a cui tengo molto è la dimensione mentale. Ho scelto di dedicare tempo alla comunicazione anche fuori dal campo, perché credo che i giocatori debbano sentirsi parte di un gruppo ma, allo stesso tempo, riconosciuti come singoli. Non parleremo sempre e solo di calcio: a volte una domanda sulla scuola, sulle passioni o sul loro stato d’animo può avere più valore di una correzione tecnica. Credo che questo sia il modo migliore per creare fiducia reciproca.
Per quanto riguarda il campo, ho già impostato il percorso tecnico e tattico. All’inizio ho deciso di concentrarmi soprattutto sul livello tecnico, per capire se ci sono lacune da colmare: senza fondamentali solidi non si può pretendere una buona applicazione tattica, ma dovendo sviluppare anche la parte tattica per quella tecnica ho pensato a una soluzione, quella di inserirla sia come attivazione ma anche nella preparazione atletica.
Visto il poco tempo a disposizione prima dell’inizio del campionato, serviva trovare la soluzione per non trascurare nulla vediamo se sarà la strada giusta.
Anche la preparazione atletica è quasi ultimata. Non l’ho pensata come un modello standard, ma l’ho adattata, partendo dalle proposte del preparatore e modificandole in base alle esigenze del nostro gioco. Se la squadra deve essere aggressiva, con ritmi alti e pressing costante, allora ogni lavoro fisico deve andare in quella direzione. Oggi ogni minuto di allenamento è prezioso, perché i ragazzi toccano la palla quasi esclusivamente con noi: per questo ho voluto che ogni esercizio unisse sempre la componente atletica a quella tecnica come già anticipato prima, evitando sprechi di tempo.
Io sono avvantaggiato potendo anche parlare di preparazione atletica, ma se non ci sono le competenze basta semplicemente confrontarsi con il preparatore e chiedere dei consigli.

Non so ancora come andrà questa prima esperienza, ma una cosa è certa: la affronterò con serietà e umiltà. Il mio obiettivo non sarà solo vincere, ma far crescere i ragazzi come gruppo e come singoli. Voglio che ogni allenamento lasci qualcosa, dentro e fuori dal campo, perché alla fine il calcio, per me, è prima di tutto un percorso che forma persone, oltre che giocatori.
Auguri buona fortuna a tutti i ragazzi, allenatori, dirigenti, società e genitori per questo inizio di stagione, che sia una stagione piena di soddisfazioni per tutti.